Il bilancio degli incendi boschivi in Cile sale a 22 morti.
Nell’ultima settimana il fuoco ha incenerito l’equivalente della superficie che brucia in un anno normale. [La Hora]
Il fuoco ad oggi ha fatto almeno 1.800 vittime. [La Tercera]
Mentre cresce il movimento di protesta contro il previsto golpe giudiziario, si moltiplicano anche le voci che chiedono compromessi e concessioni “da entrambe le parti”. Tra queste emerge la voce del presidente Isaac Herzog, che spinge per un accordo di compromesso. Ma per coloro che temono che la democrazia israeliana perda anche le ultime briciole di liberalismo, tutto ciò che rimane è il guscio vuoto di una democrazia maggioritaria. [Haaretz]
La Cina aiuta la guerra della Russia in Ucraina. Lo dimostrano i dati sul suo commercio estero.
Nonostante le sanzioni, Mosca mantiene ed equipaggia i suoi aerei da combattimento, i sottomarini e l’esercito grazie alla collaborazione di compagnie cinesi. [The Wall Street Journal.]
Ondata d’indignazione in Iraq dopo che un padre ha ucciso la propria figlia personaggio di YouTube.
Le conversazioni tra Tiba al-Ali e suo padre indicavano chiaramente che l’uomo non era per nulla contento della sua decisione di vivere da sola in Turchia. Alcuni manifestanti hanno sfilato con cartelli che dicevano “Smettete di uccidere le donne” e “L’assassino di Tiba deve essere ritenuto responsabile”. [The Times of Israel]
Un’asta imminente affiderà contratti per 1,5 miliardi di sterline per una rete di generatori d’emergenza e assicurare continuità alle forniture elettriche. [The Guardian]
Il leader supremo dell’Iran annuncia la grazia per alcuni manifestanti antigovernativi detenuti.
L’amnistia non si applica ai cittadini con doppia cittadinanza, ai detenuti condannati a morte, a coloro che non si pentono dei propri crimini, a chi si ritiene abbia collaborato con agenti stranieri, né a quanti sono accusati di aver commesso atti di incendio doloso a danno di edifici governativi. Alla fine, dei 19.600 arrestati durante le proteste, solo in pochi ne beneficeranno. [Teheran Times]
Nella nebbia dei dati sul covid in Cina, la morte di alcuni ricercatori offre un indizio.
Secondo Pechino, i morti per covid sono solo 80.000. Ma questa è probabilmente una cifra fortemente sottostimata. Setacciando i necrologi dei migliori accademici della nazione alla ricerca di indizi sul vero bilancio dell’epidemia emerge un’altra verità. Negli ultimi due mesi sono stati pubblicati 40 necrologi di eminenti accademici e ricercatori su un totale di 900 membri dell’accademia di ingegneria e 800 soci dell’accademia di scienze. [The New York Times]
In una delle rare occasioni in cui gli altri due leader religiosi hanno avuto un ruolo di comprimari, papa Francesco ha denunciato la criminalizzazione dell’omosessualità e ha affermato che i gay dovrebbero essere accolti da tutte le chiese cristiane. Il Sud Sudan è uno dei 67 paesi che criminalizzano l’omosessualità, 11 dei quali con la pena di morte. Nei paesi dove tali leggi sono disapplicate, prevale un clima di molestie, discriminazione e violenza. [The New York Times]
Il papa progetta viaggi in India e Mongolia dopo Lisbona e Marsiglia.
Papa Francesco ha detto di avere in programma di visitare l’India il prossimo anno e di stare studiando un possibile viaggio, il primo di un papa, in Mongolia più avanti nel 2023. Poi ha confermato che sarà a Lisbona, in Portogallo, per la Giornata Mondiale della Gioventù la prima settimana di agosto e che il 23 settembre parteciperà a un incontro dei vescovi del Mediterraneo a Marsiglia, in Francia. [Associated Press]
I ministri degli esteri del sud-est asiatico vogliono finalizzare i negoziati con la Cina su un patto volto a prevenire conflitti nel conteso Mar Cinese Meridionale. Quattro degli stati membri dell’ASEAN sono in competizione con la Cina nella rivendicazione di alcune aree ed atolli di quel mare. Un insieme di norme e regole regionali è necessario per prevenire uno scontro nelle acque contese. [Global Times]
La nomina del successore di Haruhiko Kuroda è alle ultime battute. [Nikkei]
Le elezioni del primo turno hanno assegnato a Nikos Christodoulides, 49 anni, ex alto diplomatico del paese, il 32% dei voti, contro Andreas Mavroyiannis, 66 anni, sorprendentemente forte del 29,6% delle preferenze. Averof Neophytou, 61 anni, leader dell’Unione democratica (DISY), il più grande partito politico del paese, è stato superato da Mavroyiannis con circa 3,5 punti percentuali di distacco, nonostante i precedenti sondaggi d’opinione lo collocassero al secondo posto. Il vincitore del ballottaggio della prossima settimana sarà l’ottavo presidente di Cipro nei suoi 63 anni di storia come repubblica indipendente. [Cyprus Mail]
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