Hong Kong: il cardinale Joseph Zen multato per 500 euro.
Il cardinale Joseph Zen, 90 anni, ex vescovo di Hong Kong arrestato lo scorso maggio, è stato condannato a una multa di 500 euro. Insieme ad altri cinque imputati, è stato ritenuto “colpevole” della “mancata registrazione ” durante la creazione nel 2019 del “fondo per gli aiuti umanitari 612” per sostenere i manifestanti contro il regime di Pechino arrestati dalla polizia. [npr]
Nell’ambito dell’accordo con il partito Likud di Netanyahu, le competenze del ministro della pubblica sicurezza, che sarà ribattezzato ministro della sicurezza nazionale, saranno notevolmente ampliate. Il ministro della difesa Gantz ritiene che con questo accordo ” il vero primo ministro sarà Ben-Gvir”. [Haaretz]
In Iran, le regioni curde sono sottoposte ad attacchi senza precedenti.
Contro i manifestanti vengono utilizzate mitragliatrici pesanti, mentre la rivolta, scatenata dalla morte il 16 settembre di Mahsa Amini, una curda di 22 anni, è al suo terzo mese. [Al Arabia]
Sei milioni di americani, nel 2019, portavano ogni giorno un’arma addosso, il doppio del 2015.
La tendenza potrebbe continuare, dopo la sentenza della corte suprema all’inizio di quest’anno che ha annullato i severi limiti al porto d’armi. [The Guardian]
I parlamentari francesi mettono in costituzione il diritto all’aborto.
Il disegno di legge della deputata di sinistra Mathilde Panot è stato adottato a larga maggioranza al Palais Bourbon di Parigi. [Le Figaro]
Protezione antiaerea: il governo polacco rifiuta l’aiuto militare della Germania.
Nonostante l’impellenza evidenziata dall’esplosione di un missile ucraino, in Polonia prevale la retorica antitedesca del partito al governo. [Le Monde]
“Un esercito di orfani”: le devastazioni dell’Aids in Sudafrica.
Sebbene l’epidemia si sia stabilizzata, il paese conta ancora il 13,7% di sieropositivi, uno dei tassi più alti al mondo. [Le Monde]
Romania esasperata dalla riluttanza di parecchi stati ad accoglierla nell’area Schengen.
I Paesi Bassi e l’Austria, primi investitori nel Paese, guidano la resistenza contro il suo accesso allo spazio di libera circolazione europeo. Nelle reti sociali si moltiplicano gli inviti a boicottare i prodotti dei Paesi Bassi. [Le Monde]
Un magnate minerario australiano vuole salvare il pianeta con l’idrogeno verde.
Andrew Forrest, la cui azienda è uno dei principali inquinatori, conta parecchi sostenitori nell’amministrazione Biden per il suo piano audace. Ma la tecnologia che intende promuovere ancora non c’è. Forrest scommette tutto il futuro della sua azienda da 34 miliardi di dollari nell’idrogeno verde, un supercarburante teoricamente in grado di alimentare aerei a reazione, macchine di grandi dimensioni e centrali elettriche senza alcuna impronta di carbonio. [The Washington Post]
L’aumento delle infezioni e l’incrollabile perseveranza del governo nella sua strategia zero-Covid deludono le speranze di un rapida ripresa. [South China Morning Post]
La People’s Bank of China ha confermato una riduzione di 0,25 punti percentuali del coefficiente di riserva obbligatoria. La decisione è all’altezza delle aspettative, ma arriva in un momento in cui la seconda economia più grande del mondo sta affrontando un nuovo ciclo di blocchi per coronavirus. [South China Morning Post]
Gli ex leader delle FARC colombiane rischiano fino a otto anni di carcere per sequestro di persona.
Il tribunale di giustizia di transizione della Colombia vuole far condannare sette ex comandanti della guerriglia delle FARC a pene tra cinque e otto anni per rapimenti e crimini simili compiuti durante il decennale conflitto armato del paese. Il tribunale ha raccomandato queste pene a un tribunale che dovrà decidere se pronunciarsi anche sull’eventuale detenzione domiciliare e sui risarcimenti per le vittime. [Cambio]
Il tribunale algerino condanna a morte decine di persone per il linciaggio d’un presunto piromane.
Quarantanove persone sono state condannate a morte per il linciaggio di un uomo falsamente accusato di aver appiccato incendi disastrosi lo scorso anno. [Al Jazeera]
Il vicepresidente del Malawi arrestato dall’ufficio anticorruzione.
Saulos Chilima è accusato di aver accettato denaro e altri oggetti in cambio dell’assegnazione di contratti governativi. [Al Jazeera]
Nella RDC I combattimenti riprendono subito dopo l’annuncio di una tregua.
Il governo congolese ha rifiutato qualsiasi colloquio diretto con l’M23. Questo a sua volta afferma di non avere intenzione di ritirarsi e che l’accordo di cessate il fuoco non li riguarda. Centinaia di persone, intanto, hanno marciato verso i consolati di Francia e Gran Bretagna a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, chiedendo l’intervento della comunità internazionale per porre fine al conflitto con il gruppo ribelle M23. [Al Jazeera]
L’Azerbaigian annulla i colloqui con l’Armenia e rifiuta l’intermediazione della Francia.
Il leader dell’Azerbaigian afferma che, dopo aver “insultato” Baku, la Francia non può prendere parte ai colloqui di pace con l’Armenia. [Reuters]
Leggi le ultime notizie dalle principali agenzie giornalistiche del mondo