I soccorritori continuano a cercare minatori intrappolati fino a 350 metri sottoterra nel pozzo di Amasra. [TGRT Haber]
Dopo di avere riacceso l’interesse dell’opinione pubblica per questo ciclo elettorale, l’imprenditore tecnologico si unisce alla lista dei mega-finanziatori che vogliono modificare il sistema politico. [The Guardian]
Le forze curde in esilio in Iraq si sentono abbandonate dall’Occidente e chiedono armi come in Ucraina. [The Guardian]
I manifestanti iraniani sfidano la repressione con manifestazioni in tutto il paese.
Le proteste che scuotono l’Iran da quando Amini, la 22enni curda è morta il 16 settembre mentre era detenuta per “abbigliamento inappropriato”, rappresentano una delle sfide più serie per la Repubblica islamica dalla rivoluzione del 1979. [Reuters]
Olaf Scholz rinnova il suo appello per riformare e allargare l’Ue fino a 36 stati.
Al Congresso del Partito socialista europeo (PSE), Scholz sostiene l’abolizione graduale del principio dell’unanimità per le decisioni di politica estera e in materia fiscale e preconizza un’Unione Europea di 27, 30 o 36 stati con più di 500 milioni di cittadini. Scholz sollecita anche la soluzione congiunta dei conflitti in politica finanziaria e migratoria e una politica di difesa e migratoria comune. [Die Zeit]
Se nulla è chiaro finché tutto non è chiaro, manca molto alla nascita del governo di Ulf Kristersson. Le idee dei Democratici svedesi sono onnipresenti nel “Tidö agreement”, il programma della coalizione favorita dalle elezioni di settembre. I parlamentari liberali voteranno no a diversi punti dell’accordo. Inoltre le quattro parti non sono d’accordo su ciò che dovrebbe essere prioritario nel bilancio. Il disaccordo riguarda in particolare diverse proposte in materia sanitaria, come l’ampliamento delle cure primarie, gli investimenti per la cura del cancro e una riforma dell’odontoiatria. [Dagens Nyheter]
Dall’Ucraina a Taiwan, il fastidioso “generalissimo” Elon Musk.
Il miliardario americano moltiplica le iniziative geopolitiche e s’inserisce nel conflitto ucraino con la sua rete Internet satellitare Starlink. Con grande disappunto del presidente Zelensky. [Le Monde]
Le democrazie occidentali sono rimaste inerti nei confronti dell’Armenia, di fronte all’aggressione dell’Azerbaigian. [Le Monde]
La fortezza Pechino in preparazione dell’Assemblea di domani.
Le autorità cinesi hanno arrestato un milione di sospetti, limitato i viaggi a Pechino per tenere fuori il covid e schierato un esercito di guardie di quartiere. [The New York Times]
Chiedono un condono sui debiti da 685 miliardi di dollari in modo da reinvestire quel denaro in progetti sul clima. [The New York Times]
I primi 10 possibili candidati democratici per le presidenziali del 2024, secondo il Post.
Nell’ordine i papabili sono: 1. Biden; 2. Pete Buttigieg, attuale segretario ai trasporti; 3. Kamala D. Harris; 4. Gretchen Whitmer, governatore del Michigan; 5. Gavin Newsom, governatore della California; 6. Amy Klobuchar, senatrice del Minnesota; 7. Bernie Sanders; 8. Elizabeth Warren; 9. Roy Cooper, governatore della Carolina del Nord; 10. Alexandria Ocasio-Cortez, deputata liberale di New York. Altri nomi da tenere sotto osservazione sono: la segretaria al commercio Gina Raimondo, il governatore del New Jersey Phil Murphy, il governatore dell’Illinois J.B. Pritzker, il governatore del Kentucky Andy Beshear, il senatore dell’Ohio Sherrod Brown, il senatore del New Jersey Cory Booker, Stacey Abrams, Mitch Landrieu e Ro Khanna. [The Washington Post]
Le patate marce producono solanimicina, un potente fungicida.
Ricercatori spagnoli e britannici scoprono un batterio patogeno di questa coltura che è anche un fungicida ad ampio spettro. La patata è la verdura preferita negli Stati Uniti. In media, gli americani ne mangiano circa 65 kg all’anno. [Laboratory Eequipment]
L’ex primo ministro israeliano descrive gli sforzi per convincere il presidente degli Stati Uniti a cambiare idea sul leader palestinese Abbas. [Threshold Editions]
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