L’Argentina è la prima delle principali economie del Sud America ad aderire al programma infrastrutturale di Pechino. Il rafforzamento dei legami finanziari con Pechino potranno contemporaneamente favorire la stabilità finanziaria dell’Argentina e l’internazionalizzazione dello yuan. (La Opinión)
Abdul Hamid Dbeibah annuncia la messa a punto d’un nuovo sistema di votazione mentre il parlamento nomina un altro primo ministro ad interim. (Al Jazeera)
Trucchi e segreti dei siti di gioco in rete per creare dipendenza.
Dai lavaggi del cervello alle pulsioni oscure e ai quasi incidenti, le società di scommesse dispongono d’un ricco arsenale di trucchi intelligenti per indurre gli scommettitori ad aumentare la posta. (The Guardian)
L’agrume lime (pronuncia làim), il cui nome scientifico è Citrus aurantifolia, è sempre meno onnipresente sulle tavole dei locali messicani mentre le bande criminali lottano per monopolizzarne il commercio. (The Guardian)
USA: le circoscrizioni non competitive assicurano che il voto degli americani non cambi nulla.
Gli Stati Uniti stanno cesellando una mappa elettorale con un numero incredibilmente basso di seggi alla Camera aperti alla competizione, una tendenza allarmante che rende più difficile governare ed esacerba la polarizzazione politica. (The Guardian)
La California colpita da un’ondata di afa in pieno inverno.
Le temperature molto elevate per la stagione e la mancanza di precipitazioni accrescono il timore di una nuova serie di mega incendi. (Los Angeles Times)
Per “piegare” uno stato come la Russia o la Cina, bisognerebbe prendere di mira i patrimoni dei multimilionari che hanno prosperato grazie al regime e su cui fanno affidamento, spiega l’economista nella sua rubrica su “Le Monde”. (Le Monde)
Il governo Johnson dovrebbe combattere i privilegi di “Londragrad”.
Nuove sanzioni entreranno in vigore contro i parenti del Cremlino in caso di attacco russo in Ucraina, ma Londra recalcitra ad affrontare i fondi “sospetti” investiti dagli oligarchi. (Le Monde)
Tra i nuovi guerrieri figurano un generale e un ufficiale di medio livello. (South China Morning Post)
Un rapimento in Cecenia mette a nudo i problemi di Putin in casa.
Le proteste per l’arresto di una donna da parte degli agenti dell’uomo forte ceceno Ramzan Kadyrov mostrano le sfide interne che il presidente Vladimir Putin deve affrontare mentre cerca di proiettarsi come detentore di poteri globali. (The New York Times)
Dove è l’ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina?
I diplomatici affermano che il ritardo di 13 mesi del presidente Biden nell’invio di un ambasciatore in una capitale così critica non ha spiegazioni. Non manca una certa dose di intrighi, dato che la sede è vacante dal 2019, quando il presidente Trump ha rimosso la sua ultima titolare, Marie L. Yovanovitch. Quella decisione, che è oggetto di un’indagine federale, ha contribuito al primo tentativo di destituzione di Trump da parte del Congresso con l’accusa di aver abusato della sua influenza di politica estera sull’Ucraina per scopi politici. (The New York Times)
Non aveva mai recitato ed è semianalfabeta. Ora, è una stella del cinema egiziano.
Una madre casalinga senza alcuna istruzione, Damiana Nassar ha interpretato una donna molto simile a lei in “Piume”, un film premiato a Cannes che pochi in Egitto possono vedere. (The New York Times)
I sindaci della grandi città cercano di barcamenarsi tra richieste di giustizia sociale e timori per la sicurezza pubblica. (The Washington Post)
I manifestanti nella capitale dell’Afghanistan hanno condannato l’ordine del presidente Joe Biden di distribuire tra le famiglie delle vittime americane dell’11 settembre 3,5 miliardi di dollari di beni afgani detenuti negli Stati Uniti e appena sbloccati. I manifestanti, che si sono radunati fuori dalla grande moschea Eid Gah di Kabul, chiedono all’America un risarcimento finanziario per le decine di migliaia di afgani uccisi durante gli ultimi 20 anni di guerra. (Associated Press)
Centinaia di nazionalisti indù marciano nello stato indiano del Gujarat, costringendo alla chiusura i negozi di proprietà delle multinazionali che hanno manifestato sostegno al Kashmir. I messaggi erano stati pubblicati in rete la scorsa settimana dalle filiali pakistane di aziende come Hyundai Motor, Kia Motors, le catene di cibi pronti Domino’s Pizza, Pizza Hut e KFC in occasione della Giornata della solidarietà col Kashmir, celebrata in Pakistan ogni anno per commemorare i sacrifici dei Kashmir che lottano per l’autodeterminazione. (Reuters)
I dirigenti delle università affermano l’hijab può essere indossato ovunque tranne che nelle aule universitarie. (Reuters)
Leggi le ultime notizie dalle principali agenzie giornalistiche del mondo