Ultim’Ora – V – 267 – Nepal: inondazioni e frane devastanti mietono almeno 50 vittime.

Iran: il leader supremo iraniano Khamenei trasferito in un luogo sicuro.

Dopo l’uccisione di Nasrallah e le minacce di Netanyahu ai “tiranni” del Medio Oriente (““Non c’è posto in Iran che il lungo braccio di Israele non possa raggiungere”), Ali Khamenei è stato trasferito in un luogo sicuro all’interno del paese. Le misure di sicurezza sono state rafforzate. [Al Ahram]

Hezbollah annuncia il “martirio” di Sayyed Hassan Nasrallah.

In una dichiarazione ufficiale, Hezbollah ha annunciato la morte del segretario generale Sayyed Hassan Nasrallah nell’attacco israeliano al quartier generale dell’organizzazione. [Al Mayadeen]

Gli Stati Uniti si ritireranno dall’Iraq. Ma non del tutto.

Secondo in piano in due fasi, la missione anti-Stato islamico sostenuta dagli Stati Uniti in Iraq terminerà formalmente entro settembre 2025 e le truppe statunitensi si ritireranno da alcune basi nel paese. Nella seconda fase, l’esercito statunitense continuerà a usare l’Iraq fino al 2026 per supportare le operazioni in corso contro il gruppo Stato Islamico nella vicina Siria, dove sono di stanza circa 900 militari americani. [Time]

Gli USA non nascondono la frustrazione per il respingimento del piano di cessate il fuoco in Libano da parte di Netanyahu che pur era stato coinvolto nella sua messa a punto.

Washington si aspettava che il primo ministro israeliano annunciasse l’adesione al piano all’arrivo a New York e che ne riferisse nel discorso alle Nazioni Unite. Ma dopo il rifiuto manifestato in patria, Netanyahu ha affermato di non essere mai stato d’accordo. [The Times of Israel]

Sud Africa: diciassette uccisi in due sparatorie di massa nello stesso quartiere di una cittadina rurale sudafricana.

Le sparatorie sono avvenute venerdì notte in due case nello stesso quartiere della città di Lusikisiki nella provincia del Capo Orientale nel Sudafrica sud-orientale. Dodici donne e un uomo sono stati uccisi in una casa, tre donne e un uomo nell’altra casa. [Daily Sun, Sud Africa]

Germania: un politico dell’AfD sfrutta i prigionieri politici di Lukashenko nella sua piantagione di cipolle.

Jörg Dornau, consigliere di Alternativa per la Germania (AfD) nel parlamento statale della Sassonia, è l’enfant terribile del suo partito. Il deputato regionale sassone, con l’aiuto del regime di Minsk, è riuscito a creare con discrezione un’azienda agricola in Bielorussia dove fa lavorare decine di detenuti politici. Dornau, 54 anni, ad inizio di quest’anno è stato multato per 20.862 € per non aver dichiarato al parlamento della Sassonia il reddito che gli deriva dalla coltivazione di cipolle in Bielorussia. [Die Welt]

Gran Bretagna: Boris Johnson dice che il suo governo aveva preso in considerazione un’incursione nei Paesi Bassi per impossessarsi del vaccino contro il covid.

L’ex primo ministro, in un estratto del suo libro di prossima uscita. ammette di aver discusso di una possibile operazione militare al culmine della pandemia. Il vaccino AstraZeneca era, all’epoca, al centro di una disputa oltremanica sulle esportazioni e Johnson credeva che l’UE stesse trattando il Regno Unito “con cattiveria”. [The Guardian]

Le mucche, sotto accusa per il loro apporto al buco dell’ozono, aiutano le aziende agricole a catturare più carbonio nel terreno.

Una ricerca rivela che l’accoppiata colture arabili e bestiame concorre ad aumentare di circa un terzo il carbonio immagazzinato nel terreno rispetto a alle sole colture arabili, grazie al letame degli animali. [The Guardian]

Libia: l’accordo sulla banca centrale libica potrebbe risolvere “tutti i problemi politici”, afferma il capo di stato.

Mohamed al-Menfi, presidente del Consiglio presidenziale libico, in gran parte allineato con il governo di Tripoli riconosciuto dall’ONU, è stato accusato di aver agito unilateralmente e di aver spinto il paese verso nuovi disordini quando ad agosto ha licenziato il precedente governatore della banca, Sadiq al-Kabir, che poi è fuggito all’estero. Il licenziamento di Kabir ha portato alla chiusura della produzione e delle esportazioni di petrolio da parte delle forze nella Libia orientale, rivali del governo di Tripoli, furiosi per la decisione di Menfi. Le profonde divisioni politiche della Libia hanno conferito alla banca centrale un ruolo chiave nella distribuzione delle entrate petrolifere tra est e ovest. La nomina del nuovo presidente della banca centrale (v. Ultim’Ora n, 264) potrebbe trovare un equilibrio tra le opposte fazioni. [The Guardian]

Spagna: Pedro Sanchez vuole contrastare la narrativa securitaria e sottolinea che “la migrazione è sinonimo di ricchezza e sviluppo”.

Il primo ministro spagnolo, che sostiene la tolleranza nei confronti dell’immigrazione legale, ha firmato accordi con diversi paesi africani volti a gestire i flussi migratori “in modo umano, sicuro e ordinato”. [Le Monde]

Nepal: inondazioni e frane devastanti mietono almeno 50 vittime.

Il bilancio delle vittime della pioggia è a quota 32 nella sola valle di Kathmandu. Quest’anno in Nepal oltre 170 persone sono morte in disastri causati dalla pioggia, mentre le frane bloccano centinaia di viaggiatori. [The Kathmandu Post]

USA: le piogge dell’uragano Helene provocano frane e inondazioni nelle isolate località di montagna.

Il bilancio delle vittime di Helene è cresciuto soprattutto nelle piccole città di montagna. Almeno 52 persone sono state uccise in Florida, Georgia, Carolina del Nord, Carolina del Sud e Virginia. Circa 4 milioni di case sono rimaste senza elettricità negli stati più a nord, Illinois e Ohio. I rischi per gli impianti di trattamento delle acque causati dalla tempesta hanno spinto le autorità di diversi stati a chiedere ai residenti delle comunità più duramente colpite di risparmiare l’acqua non tirando lo sciacquone o rinunciando alla doccia. [The Washington Post]

La Corte Suprema rifiuta di ordinare a New York di includere RFK Jr. nella scheda elettorale presidenziale.

La Corte Suprema ha respinto un ricorso d’urgenza della campagna presidenziale di Robert F. Kennedy Jr. che chiedeva di aggiungere il proprio nome nella scheda elettorale di New York. Quando ha sospeso la sua campagna ad agosto e si è schierato a favore dell’ex presidente Donald Trump, Kennedy aveva fatto togliere il proprio nome dalle schede elettorali negli stati in bilico, ma ha tentato di rimanere candidato in stati come New York, dove è improbabile che la sua candidatura possa fare la differenza nella battaglia tra Trump e la vicepresidente Kamala Harris. [Associated Press]

I veri costi dell’ossessione americana per le armi.

Negli Stati Uniti circolano più armi da fuoco che persone. Questa è una realtà accettata dalla politica americana. I due principali candidati alla presidenza posseggono armi. Kamala Harris, la candidata democratica che sostiene leggi più restrittive sulle armi, strizzando l’occhio agli elettori conservatori indecisi, dice che se un ladro entrasse in casa sua, non esiterebbe ad usarle. [The New York Times]

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