Quattro tombe romane di 2.000 anni fa sono state scoperte nella Striscia di Gaza.
La scoperta, avvenuta durante i lavori di scavo per la costruzione di un sistema fognario finanziato dall’Egitto, segna la prima necropoli romana completa portata alla luce a Gaza. [Asharq Al-Awsat]
Pesanti colpi di arma da fuoco e ordigni esplosivi hanno preso di mira le forze israeliane presenti nel campo durante l’incursione. [The Jerusalem Post]
L’esercito dell’Azerbaigian ha messo in bella mostra le armi pesanti catturate mentre migliaia di civili sono senza riparo dopo la resa dei separatisti armeni. [BBC]
I 120.000 armeni del Karabakh sono pronti a fuggire in Armenia.
I 120.000 armeni del Nagorno-Karabakh pensano di trasferirsi in Armenia perché non vogliono vivere come cittadini di seconda categoria dell’Azerbaigian e temono la pulizia etnica. [Reuters]
Le bombe avrebbero dovuto essere fatte esplodere contemporaneamente a Teheran dai 28 arrestati, tutti legati al gruppo Stato islamico o a gruppi takfiri in Siria, Afghanistan, Pakistan e nella regione del Kurdistan iracheno. [Reuters]
Un gruppo di circa 30 uomini mascherati e pesantemente armati ha aperto il fuoco contro la polizia nel villaggio di Banjské, a Mitrovica Nord, nel Kosovo settenrionale, uccidendo un poliziotto. Lo stesso gruppo armato ha anche fatto irruzione in un vicino monastero serbo-ortodosso. [Koha Ditore]
Esplosione in un deposito illegale di carburante in Benin: 36 vittime.
L’esplosione in un deposito illegale presso Cotonou, nel sud del Benin, vicino al confine con la Nigeria, ha ucciso 36 persone quando lo scaricamento d’una partita di carburante di contrabbando è andata in fiamme. [Vanguard]
Quando apparve in Africa circa 300.000 anni fa, l’Homo sapiens si sovrappose a numerosi altri ominini: i Neanderthal , l’Homo heidelbergensis e l’Homo naledi vivevano in Africa, l’Homo floresiensis dalla bassa statura, spesso chiamato “hobbit”, in Indonesia, mentre l’Homo erectus dalle gambe lunghe vagava per l’Asia. Tutti questi ominini non erano i nostri diretti antenati, ma sono come nostri antichi cugini: lignaggi che si separarono da una fonte comune e si diressero in direzioni diverse. [Associated Press]
Papa Francesco difende la decisione di tenere a porte chiuse le discussioni del grande incontro vaticano sul futuro della Chiesa cattolica, perché le tre settimane di sinodo sono un momento religioso per la Chiesa e “non un programma televisivo”. Molti osservatori lo considerano un momento cruciale del pontificato di Francesco, dal momento che l’agenda ufficiale include questioni scottanti come il ruolo delle donne nei ruoli decisionali nella Chiesa, l’accettazione dei cattolici LGBTQ+ e il celibato dei sacerdoti. [Associated Press]
Il 4 ottobre prossimo, il Vaticano aprirà un incontro senza precedenti tra clero cattolico e laici provenienti da tutto il mondo. Il Sinodo vuole essere un evento collegiale e collaborativo. Ma un dato dimostra quanto sfuggente possa essere il consenso: la partecipazione degli Stati Uniti. In effetti, si delineano due delegazioni statunitensi di alto livello considerate rivali ideologiche: sei prelati nominati da Francesco che sostengono le sue aspirazioni per una Chiesa più inclusiva e accogliente, e cinque rappresentanti scelti dalla Conferenza episcopale americana che riflettono una visione più conservatrice e un maggiore scetticismo nei confronti delle priorità di Francesco. Il sinodo potrebbe allargare le spaccature tra i cattolici statunitensi, anziché ridurle. [Associated Press]
L’evento centrale è un esercizio di ascolto di massa annunciato da Papa Francesco nel 2021, il sinodo sulla sinodalità. I suoi delegati si incontreranno per delineare la direzione futura delle questioni chiave nella Chiesa; in prima linea, nei sondaggi effettuata tra l’1,3 miliardi di cattolici di tutto il mondo, c’è proprio il ruolo delle donne. Un consorzio di 45 organizzazioni cattoliche pro-riforma condurrà il proprio sinodo, chiamato Spirit Unbounded, contemporaneamente a quello ufficiale. [The Guardian]
In un’importante revisione del linguaggio, le “donne in carriera” sono ora accoppiate con gli “uomini in carriera” e l’omicidio colposo è diventato un reato linguistico. La lingua danese non ha ufficialmente un equivalente maschile per il termine (spesso peggiorativo) “donna in carriera”, né un equivalente femminile per molti sostantivi di genere maschile, come “finanziere”. Ma dopo una revisione approfondita di tutte le parole chiave che terminano in -mand (uomo), -kvinde (donna) e -person (persona), presto i termini karrieremand (uomo in carriera) e finanskvinde (finanziere), così come molti nuovi termini neutri entreranno ufficialmente nel dizionario ortografico danese, il Retskrivningsordbogen. [The Guardian]
Alluvioni in Libia: i morti ufficiali ad oggi sono 3.800, secondo un rapporto ancora provvisorio.
Questa cifra include solo i cadaveri sepolti e registrati dal ministero della salute della Libia orientale. Il bilancio “è destinato ad aumentare ogni giorno”, avverte un portavoce. [Le Monde]
Provenienti dall’Egitto, dal Sudan o dal Ciad, molti immigrati, stagionali e permanenti, devono superare il trauma dell’alluvione senza l’aiuto della solidarietà familiare. Nelle zone colpite dalle alluvioni sono circa 100mila. [Le Monde]
Queste piccole creature informi non hanno sistema nervoso. Ma un centro di ricerca europeo ha scoperto in essi cellule specializzate che avrebbero dato origine ai neuroni della maggior parte degli animali. [Le Monde]
Durante i due giorni del dibattito di investitura per un premierato che non si è materializzato, il capo del PP, Alberto Núñez Feijóo, ha celebrato il suo primo atto ufficiale come leader dell’opposizione, contro un governo Sanchez bis che non è ancora costituito e contro la ventilata amnistia. [El País]
La crescente presenza militare cinese nelle acque a lungo dominate dalla flotta statunitense sta accentuando la possibilità di uno scontro tra le superpotenze in un momento in cui le relazioni sono notevolmente peggiorate. E mentre Pechino sfida l’ordine mondiale a guida occidentale in vigore da quasi otto decenni, i paesi della regione mettono sempre più in dubbio l’impegno americano nel Pacifico. [The New York Times]
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